Questo
pomeriggio sono andata al cinema a guardare un film che vale assolutamente
tutti i soldi del biglietto, fino all’ultimo centesimo. Vale anche i 3,00 euro
per l’acquisto del pacchetto di patatine e l’euroevventi della bottiglietta d’acqua.
Sto OVVIAMENTE parlando di “Italiano Medio”, il primo (e spero non l’ultimo)
film targato Maccio Capatonda.
Non che avessi chissà quanti dubbi sulla riuscita dello stesso, visto che Marcello Macchia (aka Maccio) è dotato di così tanto talento che riuscirebbe a far ridere persino una vedova al funerale del proprio marito.
Il film è un prodotto a mio parere davvero ben confezionato, inaspettatamente per nulla banale, un film che non solo fa il suo dovere, ovvero quello di far ridere gli spettatori fino al collasso, ma fa anche riflettere sui soggetti che compongono la società nella quale viviamo.
Italiano Medio ci sbatte in faccia la cruda realtà, senza mezzi termini, porgendola però in modo ironico, a volte demenziale ma mai insulso o monotono:
è la storia di Giulio Verme, un uomo ossessionato dal viver sano, che dopo aver ingurgitato una pillola che a detta dell’amico Alfonzo (si, esattamente con la Z) porta il consumatore ad utilizzare solo il 2% del cervello, diviene un vero italiano medio.
L’uomo inizia a fare baldoria tutto il giorno, a pensare solo al sesso ed ai reality show, a desiderare di diventare un vip ed a mostrare totale menefreghismo nei confronti di tutto ciò che in realtà dovrebbe avere una certa importanza. Non è raro, durante la visione del film, fermarsi a pensare davanti alle scene che ci vengono proposte: prendiamo ad esempio la scena in autobus, dove il signor Giulio (ancora non sotto effetto della fantomatica pillola) sta leggendo un giornale, mentre gli altri passeggeri, tutti impegnati a giocherellare con il proprio smartphone, non badano minimamente al malore di un’anziana signora a bordo e, quando Giulio glielo fa notare, tutti la fotografano o addirittura ci si scattano dei selfie. E’ proprio in scene come questa che ci si riconosce nell’italiano medio di Capatonda, che va poi anche a trattare le diverse categorie di persone che si mescolano nell’odierna società: ecologisti, famelici grandi imprenditori, politici, genitori incuranti ed in generale idioti pieni di sé.
Italiano Medio fa ammazzare dal ridere, è vero, ma è anche una pellicola intrisa di significato che sfata il mito del film comico senza criterio e che, anche se nella seconda parte si perde in qualche piccola scena che strappa uno o due sbadigli allo spettatore, va poi a riprendersi l’iniziale ritmo spassoso ed incalzante con situazioni a dir poco esilaranti.
Uno dei pericoli più comuni che si rischia di correre quando si crea un film comico, è quello di far diventare il lungometraggio un indecente insieme di scenette montate senza un filo logico, ma in “Italiano Medio” questo non accade: la sceneggiatura è validissima, la regia impeccabile, gli attori immensi, che altro dire? Non si poteva desiderare di meglio da uno come Marcello Macchia, non ho mai e dico mai avuto alcun dubbio sul fatto che mi sarei divertita così tanto.
Guardate che poi questo non è mica un film per tutti, eh. In sala c’era davvero pochissima gente, nonostante il film fosse appena uscito. Da questo insieme di scene assurde ed al limite del surreale, emerge un sarcasmo così ingegnoso che non tutti sono in grado di capire, soprattutto perché buon parte degli italiani corrisponde alla descrizione dell’italiano medio che ci propone Capatonda.
Insomma, il film si merita un 8 pieno poichè insieme al suo team il nostro caro Maccio è riuscito a creare qualcosa di divertente che enfatizza quello che è il personaggio che risiede in ognuno di noi: in fondo non siamo un po’ tutti degli italiani medi?
Buona visione :-)
Non che avessi chissà quanti dubbi sulla riuscita dello stesso, visto che Marcello Macchia (aka Maccio) è dotato di così tanto talento che riuscirebbe a far ridere persino una vedova al funerale del proprio marito.
Il film è un prodotto a mio parere davvero ben confezionato, inaspettatamente per nulla banale, un film che non solo fa il suo dovere, ovvero quello di far ridere gli spettatori fino al collasso, ma fa anche riflettere sui soggetti che compongono la società nella quale viviamo.
Italiano Medio ci sbatte in faccia la cruda realtà, senza mezzi termini, porgendola però in modo ironico, a volte demenziale ma mai insulso o monotono:
è la storia di Giulio Verme, un uomo ossessionato dal viver sano, che dopo aver ingurgitato una pillola che a detta dell’amico Alfonzo (si, esattamente con la Z) porta il consumatore ad utilizzare solo il 2% del cervello, diviene un vero italiano medio.
L’uomo inizia a fare baldoria tutto il giorno, a pensare solo al sesso ed ai reality show, a desiderare di diventare un vip ed a mostrare totale menefreghismo nei confronti di tutto ciò che in realtà dovrebbe avere una certa importanza. Non è raro, durante la visione del film, fermarsi a pensare davanti alle scene che ci vengono proposte: prendiamo ad esempio la scena in autobus, dove il signor Giulio (ancora non sotto effetto della fantomatica pillola) sta leggendo un giornale, mentre gli altri passeggeri, tutti impegnati a giocherellare con il proprio smartphone, non badano minimamente al malore di un’anziana signora a bordo e, quando Giulio glielo fa notare, tutti la fotografano o addirittura ci si scattano dei selfie. E’ proprio in scene come questa che ci si riconosce nell’italiano medio di Capatonda, che va poi anche a trattare le diverse categorie di persone che si mescolano nell’odierna società: ecologisti, famelici grandi imprenditori, politici, genitori incuranti ed in generale idioti pieni di sé.
Italiano Medio fa ammazzare dal ridere, è vero, ma è anche una pellicola intrisa di significato che sfata il mito del film comico senza criterio e che, anche se nella seconda parte si perde in qualche piccola scena che strappa uno o due sbadigli allo spettatore, va poi a riprendersi l’iniziale ritmo spassoso ed incalzante con situazioni a dir poco esilaranti.
Uno dei pericoli più comuni che si rischia di correre quando si crea un film comico, è quello di far diventare il lungometraggio un indecente insieme di scenette montate senza un filo logico, ma in “Italiano Medio” questo non accade: la sceneggiatura è validissima, la regia impeccabile, gli attori immensi, che altro dire? Non si poteva desiderare di meglio da uno come Marcello Macchia, non ho mai e dico mai avuto alcun dubbio sul fatto che mi sarei divertita così tanto.
Guardate che poi questo non è mica un film per tutti, eh. In sala c’era davvero pochissima gente, nonostante il film fosse appena uscito. Da questo insieme di scene assurde ed al limite del surreale, emerge un sarcasmo così ingegnoso che non tutti sono in grado di capire, soprattutto perché buon parte degli italiani corrisponde alla descrizione dell’italiano medio che ci propone Capatonda.
Insomma, il film si merita un 8 pieno poichè insieme al suo team il nostro caro Maccio è riuscito a creare qualcosa di divertente che enfatizza quello che è il personaggio che risiede in ognuno di noi: in fondo non siamo un po’ tutti degli italiani medi?
Buona visione :-)